Video marketing tra analogico e online

La pubblicità è uno dei mezzi comunicativi con la più elevata forza di persuasione. Tuttavia, oggi è sempre più difficile realizzare uno spot che resti impresso nella memoria del pubblico, ormai anestetizzato da un sovraccarico di stimoli audiovisivi e abituato a una fruizione mordi-e-fuggi sui device mobili e sui canali digitali.

Capita sempre più spesso che, tra i video più cercati e visti sul web, siano presenti anche alcuni spot pubblicitari: un dato che testimonia il grande interesse del pubblico per questo tipo di prodotto, al quale è conferita, finalmente, anche una certa dignità culturale. La realizzazione di uno video pubblicitario di pochi secondi è il culmine di un lungo processo che coinvolge tutto il team creativo.

Dalla definizione del concept all’elaborazione dello storyboard, dalla realizzazione delle riprese alla post-produzione con eventuali modellazioni 3D e motion graphics. Competenze tecniche, narrazione, estro e provocazione si fondono in un prodotto che deve catturare e mantenere l’attenzione, raccontando una storia originale che sedimenti nella memoria di chi guarda e susciti emozioni. Unico indiscusso protagonista: il brand.

"La chiarezza trionfa sulla persuasione." Flint McGlaughlin

Non solo TV: il video advertising digitale

Da Carosello a YouTube: cambiano i canali e le tecnologie, ma non le dinamiche di fondo. La parola d’ordine era ed è “intrattenimento”.

Gli spot di Carosello erano piccoli capolavori di narrazione e regia, nei quali il ruolo da protagonista era affidato a contenuti divertenti, utili e interessanti. Perché l’intrattenimento, in pubblicità, si fa con i contenuti. Negli ultimi anni, però, abbiamo assistito a un fenomeno di content overload sulla rete che ha reso necessario un’ulteriore innalzamento dell’asticella. Non serve più solo un’idea vincente, ma è l’efficacia con la quale quest’idea viene sviluppata a determinare il successo o l’insuccesso di uno spot sui canali digitali. Con l’aggravante di tutta una serie di variabili proprie del mondo digital che vanno tenute in considerazione: l’attention span, il famigerato calo di attenzione da parte dell’utente medio, l’enorme numero e varietà delle piattaforme a disposizione, ma soprattutto il fatto che lo scettro del potere viene affidato direttamente all’utente, che può comodamente scegliere di “skippare” un contenuto poco interessante. E quindi? Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare!

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